Mio figlio al Fuori Salone: l’arte apre la mente



Mio figlio al Fuori Salone: l’arte apre la mente ultima modifica: 2016-04-15T14:55:34+00:00 da Camilla Montella
In questi giorni a Milano c'è il Salone del Mobile, con tanto di eventi in tutta la città: mostre, installazioni, giardini aperti, giochi di luce, sfilate di oggetti particolari, locali con idee strampalate, colori, fiori.... E' una settimana bellissima, piena di idee, cose da vedere, allegria. E' una settimana in cui si respira un po' di libertà e apertura mentale.

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Portare un bambino di neanche 5 anni nella via dei locali, trasformata per il Salone in una bolgia infernale di eventi, sarebbe stato idiota, ma scegliere un posto adatto anche a lui è possibile. Ogni anno all'Università Statale allestiscono il cortile centrale e alcuni corridoi con opere d'arte e installazioni.

E' all'aperto, non c'è calca e le istallazioni sono facili da apprezzare anche per un bambino. Perché non fargli vedere, giocando, che esistono anche cose belle fini a se stesse, cose che un giorno chiamerà “arte” e che adesso sono piccole meraviglie? Perché non dargli l'opportunità per essere curioso? Se la coltiverà, questa curiosità, sarà una marcia in più per il suo futuro, in qualunque campo poi vorrà metterla.

Così ieri, dopo l'ufficio, ci siamo messi in tram e siamo andati in centro. E' entrato in una stanza buia con sul soffitto il video di notti stellate e poi albe e poi piogge e poi temporali e poi nuvole che corrono e sole che acceca e tramonti...

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Ha scritto il suo nome su un ipad aperto a tutti ed è stato proiettato su un enorme cilindro di luce al centro del cortile.

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E' salito in groppa a coniglietti luminosi. Abbiamo camminato in una stanza buia con i sassolini per terra: “crick crock” si sentiva a ogni passo... “cos'è mamma?”... “ascolta, è il rumore dei tuoi passi”.

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Io continuo, convinta, a portare mio figlio in giro, anche in posti non dedicati ai bambini. L'altro giorno mi ha chiesto quando torniamo a Expo: pensavo se ne fosse già dimenticato e invece no, ci è rimasto malissimo quando gli ho detto che non c'è più. Basta avere il senso della misura ed essere disponibili a fare un po' di fatica.

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