Le tre regole da seguire alla festa dell’asilo (io le ho fallite tutte)



Le tre regole da seguire alla festa dell’asilo (io le ho fallite tutte) ultima modifica: 2015-06-11T14:30:43+00:00 da Camilla Montella
Ci sono delle regole non scritte che ogni mamma perfetta deve seguire alla festa di fine anno dell’asilo (o del nido, della scuola… penso siano uguali). Io le fallite tutte.

 

  • Non sederti al centro, cerca un posto più defilato


Non so bene quali siano le reazioni chimiche che innescano il pianto, so che io, quando si tratta del bambino, non sono controllabile. Ieri, allo spettacolo di fine anno dell’asilo di mio figlio, mi sono trovata un varco per sedermi bene in prima fila, al centro, così da vedere meglio le canzoncine. Quando mio figlio era ancora dietro la tenda, prima di entrare nel salone, ho capito che avevo avuto una pessima idea. Era partita la prima lacrima solo vedendo i piedini che si muovevano sotto la tenda, era evidente che da lì la situazione del mio contegno poteva solo peggiorare. Mi sono voltata verso le mamme dietro, chiedendo se preferivano stare davanti. Erano tre stanghe e un papà, io sono alta un metro e una nocciolina, hanno pensato fossi cretina.

Così sono stata lì, al centro, in prima fila, ed è successo l’irreparabile. Mentre mio figlio cantava la canzoncina del mare, tutto vestito di blu e muovendo le braccia per fare le onde, io ho cominciato a singhiozzare. Rumorosamente, irrimediabilmente. Senza ritegno. Ho pianto tutte le mie lacrime, sono riuscita solo a trattenere in extremis un “quello là è il mio bambino”.

Una scena pietosa.

recital

 

  • Non mangiare al buffet


La festa era alle due del pomeriggio, io ho chiesto mezza giornata libera al lavoro e mi sono scapicollata per arrivare in tempo, ovviamente saltando il pranzo. All’inizio, il rovinoso crollo di pianto durante lo spettacolo mi ha fatto dimenticare la fame, ma poi si è fatta sentire arrabbiata come un cane randagio. Quando è stato allestito il tavolo per la merenda, ho pensato che non ci sarebbe stato nulla di male se avessi preso qualche pasticcino. Peccato che NESSUN altro genitore ha toccato niente, evidentemente c’è una regola non scritta per cui solo i bambini fanno merenda e io, chiaramente, non la sapevo.

Da dietro, agli occhi di tutte le altre mamme, la scena deve essere stata miserevole: venti bimbi alti un metro e in mezzo una quasi quarantenne alta tre spanne di più, tutti con le mani nei pasticcini.

recital2

 

 

  • Balla la zumba


Quando arriva il tuo destino, devi saperlo accettare con dignità. Me lo devo segnare questo concetto, perché ovviamente io ieri l’ho mancato. Alla fine della merenda tutte le mamme avrebbero dovuto salire sul palco e ballare davanti a tutti la zumba. Io, confesso, non ce l’ho fatta e mi sono defilata sotto gli occhi sdegnati dell’asilo intero.

Anzi, come spesso capita, ho peggiorato una situazione già disastrosa. Quando mi hanno chiesto di ballare ho detto pure che io la zumba non sapevo cosa fosse e quando mi hanno detto che è un ballo latino-americano ho pure aggiunto che a me non piace quella musica. “Ma come, che musica ascolti tu?”, hanno incalzato altre mamme. E lì sono ulteriormente, irrimediabilmente, franata nel baratro: “Mah, tanta… non so, Ramones… Sex Pistols… Lynyrd Skynyrd… Popa Chubby…” A ogni nome calava il gelo e presa dal panico mi sono agitata e non sono riuscita a tirare fuori un cazzo di nome “tranquillo” e “rassicurante” che mi avrebbe salvato la vita.

Avrei dovuto sorridere e ballare la zumba. Invece mi ero nascosta come una sedicenne quando il professore scorre il registro delle interrogazioni e per di più avevo fatto quella che sente musica “strana”. Una scena imbarazzante.

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