Bailey, il bimbo con una paralisi cerebrale che finisce il triathlon



Bailey, il bimbo con una paralisi cerebrale che finisce il triathlon ultima modifica: 2015-07-29T11:09:11+00:00 da Camilla Montella
baileyBailey Matthews è IronBoy: ha portato a termine una gara di triathlon a 8 anni, ma non basta, l’ha fatto nonostante abbia una paralisi cerebrale diagnosticata all’età di 18 mesi. Questa si chiama forza di volontà o, per dirla meglio, si chiama avere due coglioni così. Lui e i suoi genitori.

Il piccolo inglese di Worksop, Nottinghamshire, ha completato una gara di triathlon (nuoto, bici e corsa) entusiasmando la folla che l'ha sostenuto nel rush finale durante il quale si è rialzato da solo ogni volta che è caduto.

Bailey  è nato prematuro di 9 settimane, ma solo quando ha avuto un anno e mezzo è stato riconosciuto affetto da paralisi cerebrale. "Nonostante questo - ha raccontato la madre Julie Hardcastle al MailOnline - fin da piccolo ha sempre cercato di arrangiarsi da solo in tutte le attività quotidiane. Anche solo vestirsi gli richiede sforzi sovrumani ma noi l'abbiamo sempre affiancato in questi tentativi. E' lui stesso a scegliere gli obiettivi da raggiungere e poi a impegnarsi ben al di là di quelle che potrebbero sembrare le sue possibilità".

"Ben presto - dice ancora la madre - Bailey ha fatto capire che avrebbe voluto tentare una gara di triathlon e ci siamo tutti messi all'opera per aiutarlo". E così, dopo tanti allenamenti, il bambino dalle gambe gracili e dall'andatura sbilenca ma dalla volontà d'acciaio  ha affrontato la gara di Howard, una delle più dure dell'Inghilterra anche per la categoria bambini: 100 metri a nuoto, 4 km in bici e 1.300 metri di corsa.

Il padre l’ha seguito passo passo, ma non si è mai sostituito alle sue gambe e alle sue braccia perché Bailey voleva farcela da solo. Gli ultimi metri prima del traguardo sono stati drammatici ed esaltati. Ecco il video, perché guardare è meglio che leggere. E perché l’abbraccio finale del papà non può essere descritto a parole.


«Sono stata sopraffatta dalla commozione - ha detto infine Julie - Io lo sapevo che avrebbe finito la corsa, nessuno può fermarlo quando si mette in testa una cosa. E ogni giorno ci insegna che nessuno può mai arrendersi e dire "Non ce la posso fare"».

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