Mimì Ayuhara era ispirata a una storia vera (allenamenti massacranti compresi!)



Mimì Ayuhara era ispirata a una storia vera (allenamenti massacranti compresi!) ultima modifica: 2021-07-21T17:05:25+00:00 da Camilla Montella
Il cartone animato degli Anni 80 Mimì Ayuhara è ispirato a una storia vera, compresi gli allenamenti massacranti!

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Intanto facciamo una premessa: il cartone deriva dal manga Attack no.1 di Chikako Urano, del 1968. Fece poi da apripista ai shojo di argomento sportivo. Ma perché proprio la pallavolo? Qualche anno prima, alle Olimpiadi di Tokyo del 1964, la nazionale di pallavolo femminile giapponese aveva conquistato l'oro, superando l’Unione Sovietica. Quella squadra venne soprannominata “Le Streghe d'Oriente” e del loro allenatore “il Demone”.

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Ed è proprio la storia di queste ragazze che ha ispirato Mimì. Nel 1953, in una fabbrica di materiali plastici nei pressi di Osaka, si decise di creare una squadra prendendo le giocatrici tra le operaie: nacque la Nichibo Kaizuk, allenata da Hirofumi Daimatsu, che usò metodi di allenamento al limite del sopportabile per portare la squadra a essere prima la più forte in Giappone e poi la più titolata nel mondo.  Le Streghe d’Oriente (in giapponese Tōyō no Majo) sono inarrestabili: arrivano seconde ai Mondiali del 60, poi la medaglia d'oro a quelli del '62. A questo punto le ragazze non ce la fanno più, voglio smettere ma vengono portate anche alle Olimpiadi del 1964 e vinsero.

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Ma come erano questi allenamenti, che portarono a 175 vittorie consecutive ma anche all’esaurimento delle pallavoliste? Vi ricordate la ricezione con rullata di Mimì? Ecco, veniva provata anche per 8 ore filate, con danni seri alle spalle delle ragazze. Un giornalista di Sports Illustrated andò ad assistere a un allenamento delle Streghe, aperto al pubblico. E questo è il titolo pacatissimo con cui descrive l'esperienza:

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Il cronista racconta degli allenamenti dalle 4 del pomeriggio a mezzanotte, sei giorni su sette, 51 settimane all'anno. Si iniziava alle 4 perché le giocatrici, che erano ancora delle operaie della fabbrica, dovevano prima lavorare, dalle 8 alle 15,30. Una delle giocatrici rimane a terra dopo essere stata presa a pallonate e  Daimatsu le disse: "Tornatene a casa da tua madre, qui non ti vogliamo." Un'altra si spacca una caviglia e l’allenatore le consigliò di andare da “una squadra di coreani che gioca in città", perché magari lì poteva farcela.

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E così questa è la vera storia di Mimì Ayuhara, amata da tantissime ragazzine anni ’80.

Grazie a Dockmanhattan per le info

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