Aspettava il momento in cui avrei capito cos'è la gelosia, quella di un genitore verso il figlio tanto amato, come un fulmine che ti aspetti cada sempre lontano da te e poi te lo trovi tra i piedi.
Mio figlio quel giorno aveva detto che la sua compagna di classe, la dolce e bionda Beatrice, “era bellissima, vestita da principessa, la più bella di tutto il mondo”. E’ stato un attimo, una frazione di secondo, ma in quel momento la razionalità si è annebbiata e la mente è volata chilometri in avanti, a quando sarà grande. E sono stata gelosa. Non è la gelosia cattiva, non è quella che ti prende il cuore, è quella che si appiccica come una pellicola sulle pareti dello stomaco, sottile ma perenne.
Mio papà ha sentito il racconto sulla splendida Beatrice e qualche ora dopo, sorridendo dalla sua poltrona, mi ha scritto “Adesso capisci?”
Io, figlia unica amatissima, non ci avevo mai pensato. Quando è stato il momento, mi sono innamorata, più di una volta, ho presentato a casa i fidanzatini, poi sono andata via di casa, poi mi sono sposata, poi mi sono separata... Ho rincorso le mie cose e i miei amori senza pensare che il mio papà stava lì a lato, contento, certo, ma anche con quella sottile pellicola nello stomaco.
Aspettava da tanti anni questo momento, quello in cui sarei stata gelosa io e quello in cui avrei pensato al futuro, quando mio figlio verrà ‘rapito’ da una Beatrice.
Che, intendiamoci, sarà un momento meraviglioso, che sinceramente desidero, perché per mio figlio voglio la felicità nel mondo e col mondo, non in casa con una vecchia. Però per un attimo in quel momento, con discrezione, la gelosia si avvicinerà e mi metterà una mano sulla spalla. E mio padre sorriderà. La rivincita dei nonni.
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