- Stuoia per sdraiarsi. Non il telo, la stuoia, dura come un ponte tibetano. Il telo non esisteva proprio, per asciugarsi si stava semplicemente sotto il sole
- Un secchiello, una paletta, un setaccio e una formina. Tinta unita.
- Retino. Si andava sugli scogli a cercare di prendere qualche pesce, anche se non è mai successo in un intero decennio.
- Una crema solare.
- Un costume. Di quello di ricambio non ho memoria. E anche il primo costume in realtà arrivava dopo una certa età, nei primi due o tre anni noi bambini andavamo in mare nudi.
- Cappellino fatto con la maglietta annodata.
- Acqua
Oggi in spiaggia per i bambini portiamo:
- Telo per sdraiarsi + telo per asciugarsi. Due cose ben distinte e quello per asciugarsi ha anche il cappuccio
- Tre secchielli, quattro palette, otto setacci, la cazzuola, la smerigliatrice, il camion a rimorchio e la gru. Roba che in un mondo post atomico potrebbe servire a ricostruire New York.
- Niente retino, non è ecologicamente corretto. (E poi sugli scogli ci si taglia, si può andare solo con le scarpine apposite).
- Crema solare, doposole, salviette umidificate, disinfettante mani, saponcino.
- Uno stock di costumi di ricambio che Enzo Miccio ne sarebbe orgoglioso.
- Cappellino con balze per le femmine e con visiera per i maschi. Cappellini di scorta, visiere e bandane.
- Acqua, frutta già fatta a pezzetti, succo bio e merendine senza olio di palma.
Non so se sono così i ricordi di tutti, forse i miei genitori e quelli dei miei amici, con cui andavamo sempre in vacanza, erano un po' “hippie” ma mi sembrava che tutti i bambini in spiaggia fossero sistemati come noi.
Il primo mare con mio figlio, che aveva un anno, l'ho fatto portandomi dietro uno zaino intero, ma quelli per montagna con multiscomparti, dico. Mi sono guardata allo specchio, ho appoggiato lo zaino e ho chiesto a mia madre dove si comprano le stuoie. Un tempo i bambini erano più liberi.
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